L'uomo forte: Iraniani scelgono Trump su Harris
L'elezione presidenziale americana del 2020 ha visto un interesse particolare in Iran, con molti iraniani che hanno espresso una preferenza per Donald Trump rispetto a Kamala Harris. Questa scelta potrebbe sembrare sorprendente, considerando la retorica spesso aggressiva di Trump nei confronti di Teheran e le sue politiche che hanno colpito duramente l'economia iraniana. Ma per capire questa preferenza, è necessario considerare il contesto politico e sociale dell'Iran e le percezioni degli iraniani nei confronti dei due candidati.
Un'analisi approfondita rivela diverse ragioni alla base di questa scelta apparentemente controintuitiva:
1. La paura di un'amministrazione "più aggressiva":
Molti iraniani temevano che un'amministrazione Harris, con la sua storia di posizioni dure nei confronti dell'Iran, sarebbe stata ancora più aggressiva di quella di Trump. Harris, in passato, si è espressa a favore di un approccio più duro verso l'Iran, incluso il possibile uso della forza militare. Questa percezione ha alimentato la paura di un'escalation delle tensioni tra gli Stati Uniti e l'Iran, con conseguenze potenzialmente devastanti per il Paese.
2. La speranza per un "cambio di rotta":
Nonostante le tensioni, Trump ha comunque condotto alcune politiche che alcuni iraniani hanno visto come segnali di un possibile cambio di rotta. Ad esempio, la sua decisione di uscire dall'accordo nucleare del 2015, pur essendo una mossa controversa, ha fatto emergere l'idea che Trump fosse disposto a negoziare in modo diverso con Teheran. Questo ha fatto sorgere la speranza di un riavvicinamento e una risoluzione dei problemi in sospeso, anche attraverso un confronto diretto.
3. L'aspirazione a un leader forte:
In un contesto di instabilità politica internazionale, la figura di Trump, spesso descritta come un leader forte e risoluto, ha attratto l'attenzione di alcuni iraniani. Il suo stile di leadership, incentrato su una politica estera aggressiva, potrebbe essere stato percepito come un deterrente per le potenziali minacce alla sicurezza nazionale iraniana.
4. La delusione verso la politica interna:
Molti iraniani si sono dimostrati delusi dalla politica interna, marcata da corruzione, inefficienza e limitatezza delle libertà individuali. La figura di Trump, con la sua promessa di "cambiare il sistema", ha attirato l'attenzione di coloro che si sentivano esclusi dal processo decisionale e desiderosi di un cambiamento radicale.
5. La disillusione verso il sistema politico iraniano:
La mancanza di fiducia nel sistema politico iraniano, con la sua struttura di potere clericale, ha portato alcuni iraniani a cercare un leader esterno che potesse offrire un'alternativa. Trump, con la sua immagine di outsider e il suo stile di leadership non convenzionale, potrebbe aver incarnato questa speranza di cambiamento e rinnovamento.
È importante sottolineare che queste motivazioni non rappresentano un consenso unanime tra gli iraniani. La popolazione iraniana è molto eterogenea e le opinioni sul ruolo degli Stati Uniti in politica estera sono diverse.
L'elezione del 2020 ha evidenziato una complessa realtà geopolitica in cui la percezione, la paura e la speranza, ma anche la disillusione e la ricerca di un leader forte, hanno plasmato le preferenze degli elettori.
L'analisi dell'interesse iraniano per le elezioni americane ci offre un'occasione per riflettere sulle dinamiche complesse che regolano le relazioni internazionali e sulle aspettative che le diverse popolazioni ripongono nei confronti dei leader mondiali.